giovedì 30 ottobre 2008

Cerimonia estetica del tè. Dettagli di un'apparecchiatura

Un pomeriggio succede un certo stato d’animo, cosa di meglio che fugare l’accento melanconico coll’ allestire una bella apparecchiatura in spiegamento di bellezza per sorbirsi un fragrante darjeeling pomeridiano, sì il raffinatissimo tè indiano, quello dall’ aroma di uve moscato e dal retrogusto muschiato..lo champagne dei tè!Accendi l’atmosfera con un cd del mirabile cofanetto, recentissimo, dell’impareggiabile Nina Simone.E come per incanto si manifesta la Magia.Cambio di dimensione.Agio e benessere, ti rilassi.Il desiderio però al solito tormentoso ti farebbe allucinare una fetta di quella torta alla cannella e zenzero che troneggia in casa di Artemisia o un’estatica tortina allo zabaione e calvados di quelle della maga Lory che inducono riflessi pavloviani solo a mirarla. Ti manca sì, come ti piacerebbe!Ti sovviene allora che in casa oramai sta aleggiando l’intenzione di metterti a stecchetto, è da un po’ che ti rivoghi nel crudele intento... ma con la fumante tazza di quel tè imperiale ci basta un attimo a sapere che stai improvvisando una subitanea eccezione.Ci sono delle fette biscottate integrali, un tantino friabili ma buonissime, hai comprato l’altro ieri due marmellatine biologiche senza gli zuccheri aggiunti, di more di rovo e di mirtilli neri, ma senza la coltre burrosa non se ne parla proprio, ma sì va bene la margarina vegetale quella morbidosa sempre spalmabile, ti rassicura che sia vegetale, vada allora per due dico due fette ma ben farcite ci mancherebbe altro!Ti concedi una bella apparecchiatura oggi sì, ogni tanto ci vuole, come si conviene, e due pensieri presto, di agguantare la cara macchinetta votata al dettaglio e la succosa iniziativa di Twostella con l’invito a partecipare all’Afternoon Tea Award, non fa niente se le hai di già mandato due contributi l’idea di un terzo ipotizzi che mica lo troverà sconveniente.La cerimonia estetica.Ah che gran piacere far prendere vita alle belle tazze impero Richard Ginori che s’intriscono intruppate al buio chiuso della credenza.Animo! Animiamoci e via alla danza dei clic e clac clip e clap e clop come per la fontana di PalazzeschiClof, clop, cloch,cloffete, cloppete,clocchette,chchch......L’altra avvincente onomatopea per rendere l’idea della fisicità dello scatto fotografico è kataflau l’onomatopeico corposo rombante poetico “romore” appannaggio solo della buona macchina.Nota: con questa divagazione vorrei partecipare ancora alla rassegna del diffuso piacere del tè di Afternoon Tea Award della gentile cecoviana Twostella de "Il giardino dei ciliegi".!

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